Onana esulta dopo la parata

Non servono dieci anni per diventare una “bandiera” ma André Onana è stato così forte da essere persino l’asta a cui tutta l’Inter poteva aggrapparsi quando il vento era in tempesta.

E’ commosso Onana mentre ripercorre le tappe del suo breve quanto intenso percorso nerazzurro definitivamente chiuso dall’offerta di 56 milioni complessivi di bonus messi sul piatto dal Manchester United di mister Ten Hag. “Sono alla costante ricerca di nuove sfide – ammette il portiere – e giocare in un campionato come la Premier League con un club del calibro dello United è irresistibile. Era la cosa migliore per tutti ma anche se fossi rimasto sarei stato contentissimo”.

Inter ti lascio ma ti amo

Razionale, onesto, giusto. Il commento di Onana alla trattativa è distaccato e professionale, calibrato nello scegliere le giuste parole che non lacerino ancora la sanguinante ferita nel cuore di tutti i tifosi che sentono in loro un grande vuoto. “Lasciare l’Inter vuol dire lasciare una famiglia. Essere un giocatore di questa squadra rappresenta un particolare modo di vivere….la chiamano Pazza e forse anche io ne sono di lei”.

Una favola ad occhi aperti raccontata direttamente da chi per l’intera durata ne è stato assoluto protagonista e quasi sempre in positivo. La magia di San Siro, il travolgente calore degli 80 mila tifosi e quei cori che l’hanno accompagnato in lungo e in largo tra campionato e Champions: “Per tutti quei chilometri che ho fatto per te…- intona sorridente Onana tra un ringraziamento e l’altro a chi gli è stato più vicino in questa esperienza da sogno. “Cordaz, Calhanoglu, Lukaku, Dumfries ma soprattutto Handanovic. Il suo compito non è stato facile ma con me è sempre stato corretto e i suoi consigli mi hanno reso migliore e più pronto per il Manchester”.

I sogni son desideri

Nella testa e nel cuore scorre ancora l’adrenalina della beffarda notte turca all’Ataturk di Istanbul, teatro della finalissima di Champions League persa contro il Manchester City e proprio da qui vuole riprendere. Il sogno ora è vincerla con lo United ma spero che l’Inter possa avere presto la sua chance di rigiocare una finale e portare a casa la coppa. La settimana delle due semifinali contro il Milan è stata la più entusiasmante….lo stadio tremava”.

Insomma Andrà Onana parla della sua Inter e di tutto ciò che è stato con la stessa gioia e tenerezza di un bambino nella mattina di Natale. Sotto il suo albero non ci sono regali ma tanti ricordi e una lettera con un desiderio abbastanza chiaro: “La vita è imprevedibile e magari un giorno tornerò anche io, consapevole che le persone mi abbracceranno come fatto ora perché hanno imparato a conoscermi”. Non ci sono candeline da soffiare o lampade da sfregare ma Onana adesso più che una bandiera indossa i panni del genio e pare disposto a rinunciare persino agli altri due desideri per avverare il più grande.