L’estate sta arrivando e un altro anno di FIFA, il videogioco di casa EA che a ogni edizione sa regalare emozioni a tutti i suoi videogiocatori, sta giungendo al termine. In attesa del nuovo capitolo, che però non avrà lo stesso storico nome, il nostro Michele Ferrara ha avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con chi ha scritto la storia di questo gioco: Dagnolf. Proplayer e coach del campione d’Italia Obrun2002 con la maglia del Torino all’ultima edizione della eSerie A 2022.

Dopo la sua vittoria Obrun ci aveva raccontato l’importanza di avere affianco una persona capace di gestire il tempo di gioco. Ti senti pronto per il grande passo e diventare ufficialmente coach?

“È stata davvero una bella esperienza, la differenza l’ha fatta anche il rapporto fra me e Obrun2002. Soprattutto in questo settore il rapporto umano è fondamentale. Vedremo il prossimo anno con EXEED cosa fare.”

Intanto però possiamo festeggiare il primo trofeo con le nuove vesti. Qual è la maggior differenza tra il pro e il coach?

Il pro ci mette la faccia un po’ come i giocatori nel calcio, inevitabilmente sono quelli più bersagliati. Devo ribadire però che non posso ancora considerarmi un coach, ruolo che in Italia non è ancora così sviluppato: dovete sapere che non esiste un reale corso e che neanche a livello burocratico non c’è una netta distinzione. Al momento io, il mio coach ad Atlanta e quello di CREAZY siamo gli unici ad aver vinto qualcosa: mi sento orgoglioso per questo”.

Molti sottovalutano il ruolo del proplayer, quali e quante qualità sono fondamentali da avere?

“Essere bravi con il joystick è importante, ma tutto parte dalla testa. Prendendo il caso della finalissima della eSerie A vi dico che sia per me che per Obrun2002 è stato fondamentale fare un upgrade soprattutto mentale che ci ha garantito di poter fare grandi cose.

FIFA vs eFootball, un dualismo che va avanti da anni. Come te lo spieghi?

“Al momento non esiste paragone tra FIFA ed eFootball: a livello di gameplay ma soprattutto per la gestione dei contenuti e della progettualità che vede il primo in vantaggio sul secondo. Starà a Konami invogliare i videogiocatori con contenuti e modalità di gioco mancanti sulla diretta concorrente. Personalmente non credo che riusciranno a colmare il divario, seppur FIFA abbia comunque tanti nei: ad esempio un gameplay non più meritocratico, con troppa CPU e computer“.