sottil

Come se fosse scritto nelle stelle, l’Udinese continua la sua favola. Una partita dominata, una vittoria cercata e meritata che permette a Sottil di raggiungere un sogno: in attesa degli altri risultati, l’Udinese è prima in classifica. Crollano le poche certezze nerazzurre dopo una buona ripartenza nel secondo tempo, resta che ora l’Inter vede più nero che azzurro.

Udinese e Inter vuol dire anche il primo Sottil vs Inzaghi: due allenatori sotto certi punti di vista molto simili. Dal punto del modulo sono perfettamente sulla stessa lunghezza d’onda: 3-5-2 bianconero con Silvestri; Becao, Bijol, Perez; Pereyra, Lovric, Walace, Makengo, Udogie; Beto, Deulofeu e 3-5-2 per i nerazzurri. Tornano Handanovic e Acerbi, esordio anche in campionato dopo la prima convincente prova in Champions League con il Plzen. Darmian a sinistra, Dumfries a destra insieme a Mkhitaryan-Brozovic e Barella al centro a supporto di Dzeko e Lautaro. Coppia che finora ha garantito solo 2 gol in 128 minuti giocati, troppo poco per una squadra ancora a caccia di identità e soprattutto concretezza negli ultimi 30 metri di campo.

L’analisi

Il silenzio della Dacia Arena diventa applausi per ricordare tutte le vittime dell’alluvione che ha colpito e che continua a devastare le Marche. Subito uno squillo Udinese al 2’ con Lovric, pescato da Deulofeu che ne innesca il destro finito a fil di palo. Inzaghi suona il campanello d’allarme e l’Inter non tarda a rispondere al 4’ con una pennellata su punizione di Barella, provocata da una sgambata di Darmian che insieme al centrocampista sardo, spianano la strada alla macchina nerazzurra. Ritmo altissimo, la Dacia diventa un’Arena per due pugili che si sfidano senza esclusione di colpi. Sottil guida i suoi per trovare fessure nel muro nerazzurro ben piazzato da Inzaghi. E quando tutto sembrava deciso, l’Udinese compie la missione riscatto da calcio piazzato battuto da Pereyra che lancia in area di rigore dove Skriniar è sfortunato a deviare in rete. Tensione per un check al VAR ma la festa continua e l’Udinese torna a sorridere. L’Inter incassa ma reagisce e con Bastoni, proprio prima che lasciasse il posto a Gagliardini dopo l’ammonizione e dopo aver giocato solo 30 minuti, va vicinissimo alla gioia personale. Rivoluzione totale, nella mischia anche Dimarco per l’ammonito Mkhitaryan. Inter ridisegnata con Gagliardini mezzala e Dimarco braccetto. Un solo addizionale giro di orologio chiude un discusso primo tempo equilibrato solo sul tabellino dei mercatori.

Il secondo tempo inizia sulla falsa riga del primo, con l’Udinese subito pericolosa quanto imprecisa. Handanovic, che nel frattempo ha indossato il solito cappellino per ripararsi dal sole, accompagna il pallone agli estremi della sua porta. Alternanza di occasioni, e i due pugili tornano a sfidarsi a colpi di ganci e montanti, prima l’Udinese poi l’Inter che gela i padroni di casa con una testata di Dumfries di poco alta. Simbolo di un Inter che vuole scacciare i fantasmi che ne hanno disturbato i sonni. Se ne accorge e lo soffre Sottil che sbraccia dalla panchina e cerca di riprendere le redini della sua squadra, soprattutto dopo che l’Udinese venisse graziata dalla bandierina alta del guardalinee a strozzare in gola a Dzeko la gioia per il gol dell’1-2. Gran dribbling nello stretto del bosniaco, in fiducia dopo aver dato dimostrazione delle sue qualità in terra di Boemia. Ritmi ancora più alti di quelli del secondo tempo, sbilanciata sul piano del nervosismo e lo si vede anche dai tanti contrasti: su tutti quello di Brozovic al 57′ che ne comporta l’ammonizione; era diffidato e salterà la gara con la Roma. Spunto di discussione per la possibile e attesa titolarità di Asllani. Urge un cambio di rotta e Sottil prova a fare il professore: fuori Makengo per Samardzic che sposta Lovric sulla sinistra. Risponde a tono Inzaghi che cerca velocità e prepara due cambi: Correa per Dzeko e D’Ambrosio per uno stremato Darmian. Mosse che smuovono gli ingranaggi in campo; sbaglia Brozovic, ne approfitta Lovric che però deve fare i conti con l’Handanovic di turno: volata plastica e pallone tolto dall’angolino basso. Tanta sfortuna per i bianconeri, vicinissimi al sorpasso con una tripla occasione disinnescata prima dal pallo interno su destro di Deulofeu, poi dalla prontezza della difesa nerazzurra. Continua a cambiare l’Udinese, che ha riguadagnato esplosività, mentre Inzaghi chiude la giostra con De Vrij per un ottimo Acerbi. Una serie di errori in fase d’impostazione allungano le squadre arroventando gli ultimi minuti di un match che nessuna delle due voleva pareggiare. La spunta alla fine l’Udinese con una testa di Bijol, pescato su corner da Deulofeu e Handanovic poco poteva fare per negare che il pallone entrasse in rete. Ormai i bianconeri volano sulle ali dell’entusiasmo e trovano la forza di gelare l’Inter con il gol che di fatto chiude la partita e fa crollare le poche certezze nerazzurre. Triplice fischio e l’Udinese conquista il primato della classifica. L’Inter vede più nero che azzurro.