Un mese lunghissimo, di nottate ad aspettare aggiornamenti, di notizie che prima facevano toccare il cielo con un dito per poi sbattere l’amara verità dritta in faccia. Mesi di speranza, di un sogno che sembrava irrealizzabile, di un’impresa che sembrava impossibile, di un ritorno che sembrava ormai una favola ma con il finale più brutto e indesiderato. Lukaku è nuovamente un calciatore dell’Inter.
Dopo un anno all’estero, seppur sfortunato, il suo amore per il nerazzurro non è svanito, anzi si è fortificato. “Voglio tornare all’Inter“, continua a gridare ai quattro venti da dicembre, nella speranza che il suo sogno si realizzasse e che la strada per tornare a casa si accorciasse sempre di più. Al Blues mancava qualcosa, mancava il nero e la sensazione di sentirsi amato dalla stessa gente che era chiamato a rappresentare e che non lo riconosceva. L’ansia, i dubbi e le paure che tutto questo fosse un miraggio disturbava il suo sonno, ma allo stesso tempo faceva crescere in lui la motivazione di essere primo rappresentante di se stesso nella trattativa più assurda del mondo del calcio. Stipendio dimezzato, colloqui in primissima persona e qualsiasi sacrificio pur di tornare ad indossare quei colori. Un continuo altalenare di richieste e offerte che gli permettevano di sorridere, ma mai di gioire. 8 milioni di euro + 2 di bonus l’ultima offerta messa sul piatto dal giovanissimo presidente Zhang, che nel frattempo ha premiato i giornalisti in attesa con un sorriso a 32 denti: tendenza in casa Inter nelle ultime settimane, vedi Marotta e Inzaghi.
Ora la palla passa al Chelsea per un rigore senza portiere: resta agli inglesi decidere se questo matrimonio s’ha da rifare. Intanto Milano aspetta, gli interisti sperano e Romelu Lukaku sogna. Non si è mai stati così vicini e se il belga chiude gli occhi, gli sembrerà addirittura di essere richiamato da quella stessa curva che tanto aveva ferito.