Altra importante puntata dell’ormai lunga soap opera circa il nuovo stadio di Milano, e il conseguente destino di San Siro, è andata in onda proprio in queste ore. La Sopraintendenza, interrogata da Palazzo Marino circa la sussistenza ed applicazione del vincolo d’interesse storico sul Meazza, ha risposto affermativamente.
In particolare, tale organo ha sottolineato come nel 2026, anno entro cui sarebbe prevista la demolizione della Scala del Calcio, sarebbero già trascorsi 70 anni dalla costruzione del secondo anello, avvenuta nel 1955, almeno per quel che riguarda la sua struttura portante. Orbene, trascorso questo lasso di tempo, la legge prevede lo scatto automatico del vincolo alla conservazione di un edificio architettonico, avente interesse storico o artistico.
Quanto detto, trova conferma nelle parole usate nel provvedimento: “Per quanto premesso, questa Sopraintendenza ritiene che, per il secondo anello, possono sussistere i requisiti di interesse culturale semplice necessari per una verifica positiva ai sensi degli artt. 10 e 12 e D.Lgs. n. 42/2004 e successive modifiche”.
Tale decisione smorza definitivamente la speranza di Inter e Milan di costruire un nuovo impianto di proprietà nel quartiere San Siro. I due club, se proprio non vogliono dare una seconda possibilità al Meazza, dovranno accasarsi nell’hinterland milanese, forse a San Donato (i rossoneri) e a Rozzano (i nerazzurri). Quel che sembra certo è che la Scala del Calcio è al sicuro, pronta a ospitare l’inaugurazione dei Giochi Olimpici invernali del 2026 e altri emozionanti finali di Champions League.
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