Assolo nerazzurro a Riyad e l’Inter insegna ancora come si vince. Super derby, super Inzaghi e Supercoppa. Le tre parole chiave che descrivono con precisione minuziosa la notte stellata in un deserto che per una notte si tinge di nerazzurro. Il tecnico piacentino si affida ancora alle sue tre stelle, nella speranza di cucirsi la seconda al petto nel finale di stagione. Con Dimarco, Dzeko e Lautaro mette le mani sul primo trofeo stagionale.
Non c’è storia che non abbia come protagonista l’Inter al King Fahd International Stadium dove i circa 58 mila presenti assistono a un dominio senza sosta che sa di vendetta. Il Milan prova ad arrangiare ma la musica non si sente e i nerazzurri sono più bravi a comporre la dolce melodia. Il periodo buio che attanaglia i rossoneri pesa sulle loro gambe facendo pendere il match da una sola parte. I ragazzi di Inzaghi giocano a calcio e lo fanno bene, con coraggio e cinismo sotto porta. Tutto ciò che è mancato nell’inizio di una stagione che ha ancora tantissimo da raccontare.
L’intesa vincente tra Dzeko, che diventa il marcatore più anziano di sempre della coppa (superato Cr7), e Lautaro continua a riservare le più dolci sorprese. Se l’assenza di Lukaku iniziava a preoccupare l’ambiente, il gioco di squadra e lo spirito di sacrificio del bosniaco e dell’argentino, completamente rinato dopo la vittoria del suo primo mondiale, hanno riacceso una certa luce negli occhi dei tifosi e la speranza nei loro cuori.
Con il 9 si parla di rinnovo, con il 10 di presente ma soprattutto di futuro. L’Inter ha voglia di ripartire con il piede giusto per scrivere una storia infinita ma soprattutto vincente. Il merito è anche e soprattutto di Zhang, che nonostante le incessanti critiche, porta a casa il suo quarto trofeo da (giovanissimo) presidente, più di tutti in Italia in tal senso; dimostrazione di un progetto vincente e di una mentalità che guarda al futuro sempre con l’occhio al presente.
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