Come anticipato da questo sito, il motivo per cui il Lecco Calcio è stato riammesso, dalla giustizia amministrativa, alla Serie B si fonda sulla cosiddetta “causa di forza maggiore”. In queste ore, infatti, il Tar del Lazio ha recentemente pubblicato le motivazioni della sentenza riguardante il caso dei blucelesti.
Ecco il motivo cardine della sentenza
In particolare, il Tribunale ha accolto la tesi dei lombardi secondo la quale il ritardo nella comunicazione dello stadio casalingo (l’Euganeo di Padova) non è in alcun modo dipeso da un loro comportamento colposo. Al contrario, è stato determinato da un evento completamente indipendente dalla società lecchese e contro il quale nulla poteva essere fatto.
Nello specifico, il rispetto dell’iniziale termine entro cui esperire gli adempimenti burocratici, fissato per il 15 giugno e per il 20 quello per eventuali integrazioni, è risultato logicamente e ontologicamente impossibile a causa dello slittamento dei playoff.
Infatti, dapprima gli spareggi erano stati fissati l’11 giugno, per poi essere spostati dalla FIGC il 18.
Dunque, il Tar, oltre a constatare l’ovvia impossibilità di considerare il 15 giugno come termine valido, dato che il ritorno Lecco-Foggia si è giocato a posteriori, ha affermato che, a conti fatti, i lombardi hanno comunque rispettato i tempi, pur “traslati” di una settimana.
Difatti, considerato che, inizialmente, le date rilevanti erano l’11 (partita) e il 20 (termine ultimo), gli stessi 9 giorni utili agli adempimenti dovevano essere tenuti in considerazione anche per il nuovo calendario.
In definitiva…il Lecco in serie B
Così, essendo stata disputata la gara di ritorno domenica 18 giugno, il Lecco avrebbe avuto margine sino al giorno 27. E poiché la comunicazione dello stadio casalingo è pervenuta il 23 del medesimo mese, essa deve dirsi certamente valida e tempestiva.
Tuttavia, probabilmente, la partita avrà ancora un secondo tempo, qualora il Perugia esperisca ricorso al Consiglio di Stato.
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