Una gioia spezzata con la forza
Doveva essere una lunga notte di festa in trasferta, lo è stata, ma con il grande rischio di tramutarsi nell’ennesima tragedia. Mentre l’Inter scendeva nella casa del Porto, centinaia di tifosi interisti venivano respinti con la forza dalle autorità iberiche all’ingresso dello stadio Do Dragao. Frasi come: “Tu sei italiano, non puoi entrare”, sono una sconfitta totale e comune.
Le parole di chi era a Porto
“Ci hanno ammassati tutti in un tunnel prima di avvicinarsi e spruzzarci lo spray al peperoncino”, racconta Dario Martella che fuori dal Do Dragao ha assistito con i propri occhi ad uno scenario inaspettato e ingiustificabile. “Qualcuno veniva addirittura fermato con la forza. Il secondo tempo lo abbiamo seguito all’interno di un supermercato nelle vicinanze dello stadio ma a fine partita ci hanno raggiunto nuovamente per controllarci”.



Una versione che trova conferme anche nel racconto di Luca Franzoni, altro tifoso lasciato all’ingresso per gli stessi motivi. “Avevo un biglietto nel settore 29 – ci scrive – ma al tornello è apparsa una strana richiesta di verifica che ha attirato l’attenzione dello steward. Gli italiani non entravano, neanche se il biglietto non era nominativo e neanche io che ho la residenza in Spagna”. Una situazione che purtroppo ha avuto persino dei precedenti, alcuni indimenticabili nella mente di tutti e che non possono neanche essere paragonati a questo, ed altri in un passato neanche così remoto.
“All’inizio eravamo tranquilli perché convinti che l’unico limite sarebbe stato quello di non indossare maglie o sciarpe dell’Inter, ma chi poteva immaginare che poi saremmo rimasti tutti fuori. Per quale motivo poi?”, aggiunge . Tantissime testimonianze che purtroppo non raccontano una storia diversa: presunzione e violenza le parole chiave di questo film dell’orrore.
“Seguo l’Inter in Italia ed in Europa ma mai come in Portogallo ho faticato ad acquistare il biglietto”, dice con un mezzo sorriso Stefano per sdrammatizzare su uno scenario che in quasi 20 anni di trasferte continue non aveva mai vissuto. “Per passare i controlli prima dei tornelli siamo addirittura stati costretti a fingerci inglesi, perché gli italiani venivano accompagnati direttamente al gate 19 (settore ospiti). Al momento della verità però il biglietto non veniva letto e ci hanno comunque accompagnato al nostro settore, dove abbiamo assistito a scene ingiustificabili. C’era un gruppo di persone che provava a scavalcare il muretto per prendere aria ma veniva respinto con ginocchiate, spallate e spray al peperoncino“.
Un diritto negato letteralmente con la forza da chi si è sentito forte di non si sa quale preciso potere. Costo dei biglietti dello stadio e dell’aereo, intense ore di viaggio e stanze d’albergo prenotate per giorni: tutto inutile. Festa per il traguardo finalmente raggiunto dall’Inter ma è solo grazie all’esemplare comportamento dei suoi tifosi se la serata non si è trasformata in tragedia.