La vicenda Zielinski si arricchisce di un nuovo capovolgimento: il giocatore azzurro che sembrava in procinto di lasciare Napoli, ha deciso di rifiutare la pioggia di denaro proveniente dall’Arabia e riallacciare i discorsi tra il centrocampista e la società per il rinnovo.
La retromarcia del giocatore
Il rifiuto del polacco avrebbe del clamoroso se si pensa che solo fino a qualche giorno prima, lo scenario era opposto: il giocatore vicino a prolungare il proprio contratto con i campioni d’Italia, era stato inaspettatamente accostato con forza all’Al-Ahli. La squadra della Saudi Pro League avrebbe messo sul piatto 25 milioni di euro per il cartellino e 15/16 milioni di euro a stagione, al giocatore, per 3 anni.
Inoltre, ad enfatizzare lo scenario della partenza verso il campionato arabo, era stato un indizio social sibillino su Instagram, della moglie del calciatore, Laura Slowiak, che giorni fa aveva repostato la storia di un tifoso del Napoli, che rappresentava Zielinski disteso a terra dopo il gol di Raspadori allo scadere, contro la Juve, con una scritta eloquente “non ero pronto a salutarti”.
Possibili scenari tra rinnovo e rilancio
Nonostante il no del polacco, non è escluso un rilancio a suon di milioni dell’Al-Ahli, per convincere il centrocampista azzurro a raggiungere i vari Mendy, Firmino, Kessiè, Ibanez, Saint-Maximin nelle prossime ore.
D’altra parte il Napoli starebbe trattando Gabri Veiga del Celta Vigo, che però potrebbe giungere all’ombra del Vesuvio a prescindere dalla situazione dell’ex Udinese.
Proprio l’interruzione momentanea della trattativa, con il rifiuto da parte del centrocampista nei confronti degli Arabi avrebbe riaperto improvvisamente i discorsi per il rinnovo: per ora nulla di definito ma seguendo quelle che sono le politiche di mercato del patron De Laurentiis, difficilmente può immaginarsi la permanenza del giocatore in scadenza non accompagnata da un rinnovo, inoltre il giocatore è ora mai a Napoli dal 2016, in forza di questo, difficilmente si arriverà a uno scontro e le prossime 48 ore potranno essere decisive in una direzione o nell’altra.